Segnalazione
Non sapevamo di essere girasoli è l’appassionante storia di una giovane professoressa degli anni ’80 che sceglie di insegnare in una scuola delle Vallette, zona di periferia della città di Torino.
Lì incontra quelli che presto diventano i”suoi” ragazzi: le loro storie sono segnate da violenza, paura, miseria. Ecco che quegli alunni, piano piano si trasformano nei numerosi figli del “treno del sole”: un biglietto di sola andata e una valigia di cartone piena di speranza nel futuro e di amara nostalgia per la terra natia. A Torino, ad attenderli, le Vallette, una sorta di paese a sé, senza servizi, ai margini della città. Palazzine grigie e “case bianche” riservate ai più poveri. Desolazione e aria marcia intorno alle vie dai nomi profumati. La strada, teatro di vite bruciate, è dove si trova la “roba”.
Non sapevamo di essere girasoli racconta di adolescenti allo sbando che collezionano botte, fallimenti e pluribocciature, emozioni forti abitano i loro giovani corpi che parlano ad adulti assenti: il loro unico rifugio è il branco. Annaspano cercando di non affondare nel mare di malessere e di solitudine nel quale navigano senza rotta. Ma non tutti ci riescono.
Solo quando Marilena ritrova nel loro sguardo se stessa, i fili invisibili delle diverse vite si uniscono, ma non tutti desiderano uscire dal buio del loro assordante silenzio e non sempre riescono a mostrarsi dinanzi a chi non è in grado di vedere.
Non sapevamo di essere girasoli è una storia appassionante di una insegnante, l’autrice, Maria Luisa Mosele è ex docente e ora allieva de La Fabbrica delle storie, che quei ragazzi li ha vissuti sulla sua pelle e sono diventati “suoi” fin dal primo sguardo.