La Recensione
Un libro composto di sette monologhi, che si intrecciano e raccontano in prima persona i desideri, le paure, i lati bui di sette donne lungo l’arco di vent’anni. L’estate verticale è per chi crede nell’amicizia, ma anche per chi la maltratta e la perde.
“Ero fatta così: consumavo le amicizie come si consumano le canzoni che si amano, fino a usurarle dal troppo amore, come una tela bucata, fino a non sentire più niente, fino a non sentirle per niente, pronta sempre a riesumarle per qualche playlist. E allora succhiavo gli amici come cieche teste di gambero, li facevo conoscere tra loro, affinché non si accorgessero subito della mia assenza, poi li evitavo, e mi allontavano lentamente, senza scampo.”
Ho ascoltato la presentazione di L’estate verticale di Chiara Sfregola a Più liberi Più Libri, la fiera nazionale della piccola e media editoria che si tiene a dicembre a Roma. In quell’occasione, l’autrice di L’estate verticale ha dialogato con Giulia Caminito. Due donne che hanno presentato un romanzo con al centro sette donne.
Il primo germoglio di questo romanzo è nato molti anni prima della sua pubblicazione con la stesura del monologo con protagonista Cora. L’idea è quella di una ragazza che per superare il lutto genitoriale va a vivere da un’amica, un’attrice caduta nel dimenticaio, Livia. Dal germoglio iniziale sono poi nati gli altri sei monologhi. La potenza narrativa di L’estate verticale, oltre a una scrittura tagliente e a un fraseggio accurato sta nella prima persona che a ogni capitolo muta. Il lettore si immedesima con la narrazione, empatizza, si stupisce, si pone domande per poi essere smentito e spiazzato dalla narrazione del capitolo successivo. Come ha sottolineato Chiara Sfregola nel corso della presentazione, lei ha voluto fortemente che il lettore credesse ai racconti di ciascuna donna, che si affidasse alle sue parole, come in un viaggio di cui non si sa la destinazione.
La presenza di tanti io credibili e diversi rende la scrittura di L’estate verticale di Chiara Sfregola complessa, intrigante e assolutamente impegnativa. L’esplosione improvvisa ma anche lo sviluppo certosino, parola dopo parola, delle loro relazioni intrecciate, funziona e rende avvicenti le loro rispettive opinioni, le loro esprienze di vita.
Mentre un atto di fede che ciascuna donna compie e che risulta a pensarci un vero e propri osalto nel buio è quello di racocntarsi a ruota libera, mettendo la propria vita nelle mani di un’altra persona. L’essere colpibile, l’essere affondabile attraverso le nostre stesse confessioni è un atto di grande coraggio che ogni donna compie in questo romanzo scomposto.
Un romanzo scomposto che contiene un potente fil rouge: il desiderio di ciascuna donna di essere notata e desiderata.
L’estate verticale di Chiara Sfregola è appunto una storia di desiderio. Di desiderio di essere notata dall’amore, di essere meglio di un’amica a scuola, di essere amata da una donna. Ma anche il desiderio di una sostanza stupefacente o quello materno della figlia abbandonata dalla madre.
L’estate verticale di Chiara Sfregola è il ritratto di un gruppo di donne che si amano, si odiano, si tradiscono, si perdonano, si ribellano.
L’estate verticale di Chiara Sfregola, edito Fandango Libri.