La recensione
La Canzone di Achille è stato pubblicato nel 2019. L’autrice è Madeline Miller e la traduzione italiana è di Matteo Curtoni a cui si deve un applauso per il lessico ricercato e avvolgente. Non a caso questo libro è ancora tra i più venduti tra quelli di mitologia.
Arrivo solo ora a farne una recensione, perchè non l’avevo ancora letto. Una mia alunna, durante la biblioteca di classe, dove propongo lo scambio e prestito di romanzi, mi ha passato questo titolo.
Lo scorso anno, alla scuola media, un’altra ragazza mi disse che “Non potevo leggerlo”: forse è così che si fa. Quando qualcosa è proibito, l’istinto, almeno per me, è quello di capire perchè.
E il perchè sta nella storia d’amore tra Achille e Patroclo, una storia fatta di sensualità e delicatezza, di corpi e segreti, di anime che si cercano e riposano insieme anche nell’Oltretomba.
Ci cercammo l’un l’altro e io pensai a tutte le notti in cui ero rimasto sveglio in quella stanza, amandolo in silenzio.
La Canzone di Achille è narrata in prima persona da Patroclo: bisogna dimenticarsi di Troia, dell’Iliade di come l’abbiamo studiata sui banchi di scuola, della guerra, che sebbene presente, è raccontata dall’interno, dalle relazioni tra gli uomini.
Nel romanzo, Patroclo ci racconta di un Achille ragazzo, bello come il sole, che ama e desidera essere riamato, che salva le schiave, tra cui Briseide, non per farle diventare le sue amanti, ma per risparmiare loro maltrattamenti e violenza di altri.
L’amore omosessuale tra Patroclo e Achille è alla luce del sole, soprattutto una volta giunti a Troia. Sarà lo stesso Odisseo a intercedere con Teti, la madre del Pelide, affinchè benedica quell’unione e con Pirro per mischiare le ceneri dei due eroi affinchè siano uniti per l’eternità.
Il legame tra Patroclo e Achille è narrato con estrema naturalezza e passionalità, un amore che non ha pari e che è riconosciuto come tale da tutti gli altri eroi greci.
Solo sullo sfondo, nel contesto della vicenda troiana, si profila la storia di Elena e Paride, la cui origine risale molti anni prima, quando anche lo stesso Patroclo, obbligato dal padre, si inginocchiò come possibile pretendente a chiederla in sposa. Era lì tra gli altri princìpi, ma i suoi occhi erano solo per Achille.
Achille è la metà della mia anima, come cantano i poeti. Presto morirà, e non resterà altro che il suo onore
Ne La canzone di Achille è dipinta terribilmente la ninfa Teti, la madre amorosa che leggiamo nell’Iliade che nasconde il figlio affinchè non vada incontro a un destino di morte. Qui è severa, anaffettiva, arrabbiata con quanto ha voluto il fato per lei, vendicativa e odiosa.
Un romanzo che consiglio, nonostante vi siano delle inesattezze, vicende e momenti non propriamente corrispondenti all’Iliade, perchè racconta l’amore.