La recensione
Ho ascoltato in Audible, “Il ladro di scarabei” di Vanessa Roggeri, letto, sussurrato e interpretato meravigliosamente da Chiara Francese. La storia è davvero intensa e la lettura è avvolgente: se l’autrice è in grado di farci arrivare all’ultima parola della storia di Antino, nella Cagliari del 1928, la voce narrante riesce a tenere alta la tensione emotiva come dentro a un film.
Vanessa Roggeri racconta di Antino al servizio della famiglia Dejana nel tentativo di diventare un figlio fedele e devoto, non solo per quell’amore che l’ingegnere Italo Dejana gli ha riservato, ma per quell’ambizione fortissima di ottenere per sè quello che ha sempre visto nei ricchi borghesi, negli altri e nelle vite di quelle persone che appartengono a un ceto sociale che non sarà mai il suo.
La sua esistenza, il suo vivere nella dimora dei Dejana, lo studiare con profitto, l’essere ossequioso e rispettoso, si trasformano presto in una ricerca spasmodica della fortuna, dei soldi e del benessere economico che diventa un’ossessione.
Il contesto non gli facilita il compito: lui è e sempre sarà un majolu, un ragazzino che per scappare dalla povertà della campagna resta a dimora presso un signore che lo fa studiare, gli offre vitto e alloggio, in cambio di servigi per la sua famiglia.
Una sorta di Rosso Malpelo sardo, bistrattato dal vero erede di casa Dejana, il figlio dell’ingegnere, Leonardo, e dallo storico servitore, uomo tuttofare della famiglia, tale Cesello.
Una storia che è uno snodarsi di avvenimenti a cavallo con l’avvento del Fascismo e i primi squadroni di camicie nere che facevano irruzione nelle fabbriche e nelle abitazioni, per intimidire chi non aderiva al partito. Una voce, quella di Vanessa Roggero, capace di tessere una trama intricata e precisa; e un’altra voce, quella di Chiara Francese che ha reso la narrazione incredibilmente reale, come se i personaggi, anche quelli più nascosti e silenziosi come Asmara, figlia adottiva dell’ingegnere Dejana, figura interessante e introversa, emergessero, come accade davvero nel romanzo, piano piano sulla scena fino a dominarla.