Elif Shafak, nata il 25 ottobre 1971 a Strasburgo, in Francia, è una delle scrittrici contemporanee più influenti della Turchia. Con una carriera che abbraccia romanzi, saggi e interventi pubblici, Elif Shafak si distingue per il suo approccio multiculturale, il suo stile narrativo evocativo e la sua capacità di affrontare temi complessi come l’identità, la memoria, il patriarcato e la politica.
Elif Shafak è cresciuta tra diversi paesi e culture, un’esperienza che ha plasmato profondamente la sua visione del mondo e la sua scrittura. Dopo il divorzio dei genitori, fu cresciuta dalla madre, diplomatica e accademica. Elif Shafak ha spesso sottolineato che l’assenza del padre ha influenzato la sua vita e che l’autonomia femminile è stata una delle principali lezioni apprese dalla madre.
Si è laureata in Relazioni Internazionali ad Ankara, ha seguito un master in Studi di Genere e ha ottenuto un dottorato in Scienze Politiche. L’intersezione tra letteratura, politica e società è un tema ricorrente nelle sue opere.
Elif Shafak ha debuttato nel 1994 con il romanzo “Pinhan” (Il Sufi). Con questa opera ha vinto il Premio Rumi, uno dei più prestigiosi riconoscimenti della letteratura turca. L’opera, intrisa di misticismo e simbolismo, riflette la sua fascinazione per il sufismo, che esplorerà in molti dei suoi lavori successivi.
Con “La bastarda di Istanbul” (The Bastard of Istanbul, 2006), Elif Shafak ha conquistato una vasta audience internazionale. Il romanzo, ambientato tra Istanbul e gli Stati Uniti, esplora le relazioni familiari e nazionali, affrontando il tabù del genocidio armeno. A causa del contenuto del libro, è stata processata e poi assolta. L’episodio ha però rafforzato il suo impegno per la libertà di espressione.