La segnalazione
Non è proprio una semplice segnalazione questa, perchè il libro “Io non scendo” mi è piaciuto molto. L’autrice è Laura Leonelli e non scrive un romanzo, ma una sorta di un viaggio fotografico tra storie di donne coraggiose e alberi, quelli su cui si sono arrampicate. Molte sono salite davvero, come forma di protesta, altre li hanno abbracciati o si sono posizionate accanto per respirarne l’energia.
In qualunque caso, “Io non scendo” racconta delle donne che non hanno voluto cedere e sono rimaste salde, come alberi secolari e le loro radicate radici.
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Per secoli le donne sono rimaste ai piedi degli alberi. Donne-radici, destinate a nutrire i frutti di altre esistenze, padri, mariti, figli, quel maschile eternamente libero che invece si arrampica su ogni albero, e dall’alto guarda lontano, cresce, conquista. Sembrava una condanna eterna, la peggiore perché benedetta da ogni potere, e invece alcune donne si sono ribellate e hanno abbracciato il tronco come fosse la parte migliore di sé, hanno puntato i piedi e salendo di ramo in ramo hanno raggiunto un altro punto di vista, più vasto, più aperto.
Questo libro raccoglie un centinaio di ritratti di donne sugli alberi. Sono fotografie anonime, dalla fine dell’Ottocento agli anni ’70 del Novecento. Sono volti sconosciuti che si intrecciano alla voce di donne importanti come Louisa May Alcott, Simone de Beauvoir, Voltairine de Cleyre, Astrid Lindgren, Beah E. Richards, Bianca Di Beaco.
Insieme sono destini veri e di carta che raccontano la storia dell’emancipazione femminile e ricordano alle nostre “sorelle”, amiche, figlie, nipoti che sugli alberi dobbiamo imparare a salire se vogliamo cambiare il mondo. Ancora oggi. E se qualcuno ci invita a tornare a terra, la risposta è e sarà una sola: «Io non scendo».
«Le donne salgono sugli alberi quando disubbidiscono. E ogni donna che disubbidisce è figlia della prima, più celebrata e dannata delle disubbidienti: Eva. Ascoltando la voce delle nuove Eva, dal dodicesimo secolo a oggi, questo libro riporta gli slanci, le delusioni, le battaglie, le ascese di alcune di loro, mistiche, scrittrici, filosofe, fotografe, ecologiste, imprenditrici, alpiniste, che hanno disubbidito e sono salite sull’albero della consapevolezza e della propria realizzazione.» — Laura Leonelli
IL PARERE DI CONNESSE
Nell’introduzione, Grazia Corali, amministratore delegato dell’azienda di famiglia, scrive: “Ho iniziato a salire sugli alberi del nostro giardino da bambina e mi piaceva che tutti mi vedessero”.
Dall’alto la visione femminile non è mai di predominio o potere, ma globale, sul mondo.
Nella cultura cinese, dove il legno è il quinto elemento, insieme all’aria, l’acqua, il fuoco e la terra, il detto “Guarire è riconoscere il proprio albero interiore” è il focus di questo libro, che ci parla attraverso le brevi storie delle donne citate, accompagnate da moltissime fotografie.
La prima è quella di Eva, la compagna di Adamo. “Ti sarebbe bastato salire su qualunque albero del Paradiso, per rcrescere e aprirti alla vita. Dovevi sono appoggiare i piedi nudi sulle radici darti una spinta, sentire la forza dei muscoli e iniziare l’ascesa (…) Ma era troppo facile e senza di te non ci sarebbe stata nessuna da maledire, nessuna da condannare per quel peccato imperdonabile che è la consapevolezza (…) Eppure in nessuna parte la Bibbia ci proibisce di salire sugli alberi”.
Ci sono donne meno note come Cristina di Sint-Truiden. Nel 1150 risorge come la fenice annidiandosi sugli alberi, secondo il teologo domenicano Tommaso di Cantimpré . Altre sono conosciute come Audrey Hepburn che nel celebre film “Sabrina”, sale sugli alberi per guardare quella vita che vuole per sè.
Le sanno guardare lontano.
E un centinaio di fotografie anonime, di cui è appassionata l’autrice, dalla fine dell’Ottocento agli inizi del Novecento le accompagnano.