Le recensione
108 rintocchi, nella traduzione di Laura Imai Messina, è una fiaba moderna che non può non conquistare. Eppure ogni volta ci ricasco: sono attratta da questo tipo di letteratura, ma alla fine non mi soddisfa mai abbastanza. Forse perchè, nonostante tutti noi ne abbiamo tantissimo bisogno, ci si rende conto (a me è capitato questo) di quanto sia utopistica e poco credibile questa vicenda.
Non posso dire che non mi sia piaciuto, anzi, con dolcezza la storia ti avvolge e ti conduce fino all’ultima riga, tuttavia è difficile identificarsi con un uomo bravissimo, attento, che ha speso tutta la vita per gli altri e per la sua famiglia. Mai una parola fuori posto o un gesto di stizza.
«Ma io aggiusto solo finestre, tetti… oggetti qualunque.» Il maestro sorrise: «Credo tu faccia molto di più, Mamoru. In tanti momenti ci hai restituito il coraggio di continuare questa vita. Ci hai comunicato la fiducia nel fatto che le cose potessero andare a posto, che tutto, in un modo o in un altro, si potesse aggiustare».
Al suo esordio letterario, l’autrice ci racconta la storia di Sohara Mamoru, nato sull’isola più piccola dell’arcipelago di Izu. E’ il tuttofare della comunità e durante i tre giorni che precedono il Capodanno Sohara sogna e realizza piccoli atti magici, aggiusta, sistema cose senza farsi notare per il gusto di dare una mano e notare la meraviglia delle persone…che si “aggiustano” grazie a questi gesti inaspettati.
Una storia che si svolge durante i tre giorni che precedono il Capodanno, dove tutti si affaccendano per pulire le case e anche Sohara si dà da fare perchè arriverà la figlia a trovarlo.
Il Capodanno per i Giapponesi è un vero e proprio appuntamento con il cambiamento; per questo sono tutti in gran fibrillazione e quei 108 rintocchi delle campane dei templi, rappresentano le 108 passioni umane da cui liberarsi per raggiungere il Nirvāna.
Per Sohara, che su quell’isola di quattro chilometri quadrati ci è nato, quelle campane segnano anche il suo compleanno: sessant’anni. Così, mentre attende Capodanno e la figlia, mette in ordine la sua casa, la sua anima e quella degli altri cercando di aiutarli. Infatti, prima dell’ultimo rintocco, Sohara farà visita ad ogni abitante per una riparazione, ma intanto raccoglierà i loro desideri.
La storia di Sohara piace perchè sembra una fiaba: è bellissimo sapere che c’è una persona in grado di ascoltare i desideri degli altri, aiutarli nel realizzarli e tendere loro una mano.
Un giorno, però, arriva una lettera misteriosa dalla terraferma e sarà Sohara ad aver bisogno di aiuto…tutti gli abitanti gli daranno una mano?
Tutto è semplice e lineare, magico e ovattato.
Il vecchio Nozato, appassionato di ciclismo, ritroverà la forza di ripartire grazie a una bicicletta con quattro ruote, in modo che possa continuare a pedalare nonostante la vecchiaia. Il maestro Kawakami non riuscendo più a lavorare, ritroverà gli oggetti rotti magicamente aggiustati grazie a Sohara, capace di sistemarglieli e restituirli alla casa. Ci sono tante storie di vita che si intrecciano a quelle del protagonista e si aggiustano.
Un libro bellissimo, ma che alla fine non mi ha conquistato completamente. Forse sono troppo occidentale.
E voi? L’avete letto?
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